All’esaustivo racconto di Fiorenzo , compagno di viaggio davvero prezioso che ha saputo mettere a disposizione le sue competenze e la sua umanità senza mai tirarsi indietro, vorrei aggiungere qualche pensiero.

L’arrivo a Cotonou, capitale economica del paese, è stato un po’ shoccante, sarà stato per il caldo umido, lo smog e il caos delle moto che a tutta velocità trasportavano dalle 3 alle 5 persone più bagagli e/o animali, con bambini che correvano a bordo strada e rischiavano ogni secondo di essere investiti senza che nessuno se ne curasse più di tanto. Ma l’Africa, penso, sia qualcosa che si digerisce piano piano insieme all’ Imgam pilè (una sorta di patata bianca gigante cotta con acqua e spezie) ..è allora che ti sorprende con i sui colori, la sua gente e i sui ritmi.

Il tempo laggiù scorre davvero in modo strano .. dopo la messa della domenica la gente resta a cantare ballare chiacchierare e lasciando scorrere le ore in maniera del tutto indisturbata. Allora quando si torna qui in occidente viene naturale chiedersi: ma è davvero necessario correre così tanto dalle nostre parti?

Anche senza saper parlare le loro lingue siamo riusciti a comunicare. Non pensavo che si potessero dire tante cose senza parole, certi sguardi sorrisi o risate parlano in maniera molto più chiara e sincera. Abe Janvier sa benissimo l’italiano ma è un uomo che parla molto più con i fatti che con la voce e questo ci ha insegnato per relazionarci con la gente.

IMG_1053 (1)

 

Elena Paolazzi

Categorie: Progetti